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Smettila di incasinarti – Roberto Re

 

Smettila di Incasinarti!

Smettila di Incasinarti!
Come rendersi la vita meno complicata ed essere più felici
Roberto Re
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“Ma come cavolo fanno le persone a incasinarsi così?”

Seguendo precise strategie di incasinamento:

NON VIVERE NEL PRESENTE

Gli adulti sono abituati a focalizzarsi sul dolore, sulle conseguenze negative delle loro azioni, a differenza dei bambini che vivono solo il presente e ricercano costantemente il piacere.

Non vivere nel presente significa focalizzarti sui problemi e sul passato, sui sensi di colpa, invece di lasciarli andare. Quel che è stato è stato.

Occorre lasciare rimpianti, preoccupazioni e ansie inutili e ritornare a godere di quello che fai.

NON SAPERE QUELLO CHE SI VUOLE

Probabilmente sai benissimo ciò che non vuoi ma hai idee molte confuse su ciò che desideri. Anticipi nella mente ciò che vuoi evitare, tutte le situazioni  negative. Devi reagire concentrandoti su ciò che vuoi, senza accontentarti, alzando i tuoi standard, senza limitarti per paura di sbagliare e rimanere deluso, perché il piacere sta più nel viaggio che nell’arrivo, e anche il fallimento è un’esperienza e il rimpianto è peggiore della delusione. Fai chiarezza su ciò che vuoi, dillo a tutti forte e chiaro e parti alla sua conquista.

ASPETTARE A TRAFORMARE IN AZIONE CIO’ CHE SI E’ DECISO

Agire senza pensare è forse meno peggio che pesare senza agire. Ma probabilmente spesso rimandi le cose più importanti. Perché? Per paura di sbagliare, di non riuscire, di essere respinto. E’ naturale ma non inevitabile. Ogni scusa è buona per rimandare, ma alla fine non potrai sfuggire alla delusione (quella che cercavi di evitare) e al rimpianto. Allora non è meglio agire senza mentire a te stesso?

MENTIRE A SE STESSI

Mentire è un modo di difenderti dal dolore, lo puoi fare in tanti modi, dicendoti che sei fatto così, dando la responsabilità ad altri o al contesto, sminuendo l’obiettivo e il piacere di raggiungerlo, o ancora peggio rifacendoti a verità apparentemente inconfutabili appellandoti alla saggezza e al (falso) buon senso delle generalizzazioni.  Ma evitare un dolore immediato spesso porta a doverne sopportare uno più grande in futuro. Per sopravvivere ti impedisci di vivere.

RIMANERE NELLA PROPRIA STORIA

Perché non riesci ad uscire dalla situazione incasinata?  Il motivo è che giustifichi la tua situazione raccontando(ti) una storia in ci ti convinci di essere un eroe che combatte un avversario responsabile della tua situazione. Come ne esci? Con una rivelazione che cambi il tuo punto di vista, che trasformi il conflitto in comprensione cui seguono accettazione e perdono e che trasformi la storia in una diversa, nuova e più piacevole e costruttiva.

RIMANERE TROPPO A LUNGO IN STATI DEPOTENZIANTI

Le emozioni negative sono inevitabili e, entro certi limiti, perfino utili, ma quando durano troppo a lungo o sono troppo intense diventano tossiche. I bambini passano velocemente da emozioni intense di gioia a stati d’animo negativi e viceversa. Crescendo hai perso questa capacità.  Molti credono che un certo grado di incasinamento sia la normalità e di non poter controllare il proprio stato d’animo. Lo attribuiscono a cause esterne (si dice ad esempio “mi fai arrabbiare” e non “mi arrabbio”). Inoltre gli stati d’animo negativi vengono spesso valorizzati e generano l’attenzione degli altri.  Se stai male per qualcosa significa che ci tieni, se stai sempre bene sei visto come una persona superficiale. Questo è il senso comune. Invece puoi e devi uscire dagli stati d’animo negativi, reagendo fisicamente (i cambiamenti fisiologici e comportamentali influiscono sullo spirito) e mentalmente, spostando l’attenzione su quanto c’è di positivo e di buono e controllando il tuo dialogo interno….

COMUNICARE MALAMENTE CON SE STESSI

Non sono gli eventi che determinano come stai, ma il significato che gli dai. Il tuo stato d’animo dipende da ciò che ti dici (dal tuo dialogo interno) e dalle parole che utilizzi. Sostituire vocaboli esageratamente negativi con parole positive e potenzianti cambierà la tua esperienza. Quando sei in gruppo l’effetto delle parole è ancora più potente, soprattutto se chi le dice ha uno status elevato. Dunque il linguaggio che utilizzi crea le tue credenze e le tue credenze determinano i tuoi risultati. 

MANTENERE E RINFORZARE LE PROPRIE CREDENZE LIMITANTI

Se c’è un’area della tua vita in cui tendi a incasinarti costantemente lì ci sono delle cedenze che contribuiscono a creare quella situazione.  Una credenza è una certezza nei riguardi di qualcosa. Le credenze ti rassicurano e quindi tendi a cercarne conferme ovunque e ad essere cieco nei confronti di ciò che le contraddice.  Le credenze si formano sui riferimenti: esperienze e sentimenti personali o esterni che confermano e rafforzano la credenza. Possono essere potenzianti o limitanti. Solitamente le seconde prevalgono numericamente sulle prime. Le credenze che hai su te stesso creano la tua autoimmagine che tenderai inconsciamente a confermare a te stesso. Bastano pochi riferimenti (eventi) per creare credenze permanenti e pervasive su di te. Ma le credenze sono tue interpretazioni. Combatti quelle depotenzianti andando in cerca di riferimenti contrari (crea il dubbio), sostituendole con altre potenzianti sulle quali cercherai tutti i riferimenti possibili. Cambiare le tue convinzioni ti farà crescere e raggiungere quegli obiettivi che prima pensavi fossero fuori della tua portata.

AVERE TROPPE REGOLE E TROPPO RIGIDE

Gli stati d’animo sono condizionati da regole autoimposte. Queste regole sono particolari categorie di credenze: “per essere felice deve accadere questo….”, “se accade questo significa che….”, “se accade questo allora succede che….”.  I casini nascono quando pretendi di imporre agli altri le tue regole, quando le tue regole sono troppo rigide (quindi spesso incompatibili con le circostanze) o quando le premesse sono troppo alte (“per essere felice devo piacere a tutti”).  Conviene che tu faccia una revisione delle tue regole perché sono generatici prìncipi di incasinamenti e ostacoli alle buone relazioni e alla tua felicità.

FARSI CONDIZIONARE DAGLI ALTRI E DALL’AMBIENTE

Conformarsi per paura della critica rende felici gli altri, non te. E’ impossibile accontentare tutti, ognuno ti dà un’indicazione diversa e contrastante. Ascolta tutti ma agisci con la tua testa. Far contenti gli altri alla lunga non accontenta né te né loro.

Strategie avanzate di incasinamento

Eccole: essere convinto di vivere in un mondo malevolo (ti condiziona negativamente, pensa in positivo); farti troppe domande sul senso e sul significato di ciò che ti accade (il significato degli eventi è quello che gli dai tu, fa che sia produttivo); avere aspettative sulle persone (le persone hanno le loro regole che sono diverse da te); farti guidare dall’orgoglio (che ti impedisce di essere umile e chiedere scusa anche quando dovresti); notare sempre ciò che non va di te (chi è grato per ciò che ha è sempre ricco abbastanza e felice abbastanza) .

Smettere è facile

Adesso che conosci, agisci.

Rinforza le conoscenze, rileggendo le 10 strategie di incasinamento, visita www.smettiladiincasinarti.it, continua a leggere e a nutrire la tua mente di pensieri positivi.

Controlla il tuo dialogo interno, credi in te stesso, fai ciò che sai di dover fare sforzandoti di vincere l’insicurezza e il disagio, metti a fuoco ciò che vuoi, non cercare di essere perfetto, comprendi, ama e perdona, comunica positivamente con te stesso e gli altri, non pensare per estremi ma arricchisci i tuoi punti di vista con più prospettive, assumiti la responsabilità di essere felice e vivi pienamente, sii felice!

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L’Arte della felicità sul Lavoro – Dalai Lama con Howard C. Cutter

L'arte della Felicità sul Lavoro
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Nuova edizione
Dalai Lama, Howard C. Cutler

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Questo libro spiega come la felicità, una volta soddisfatti i tuoi bisogni di base, dipenda dal tuo stato mentale. Può essere raggiunta con l’addestramento sistematico del cuore e della mente, dando nuova forma ad atteggiamenti e aspettative. In sostanza la chiave della felicità è nelle tue mani.

Come trasformare l’insoddisfazione sul lavoro

Ciò che puoi fare subito per sconfiggere l’insoddisfazione è cambiare atteggiamento, reinterpretare, trasformare il modo in cui reagisci rispetto a ciò che ti accade e ciò che devi fare.

Il fattore umano

Leggendo questo libro scoprirai come, coltivando buoni rapporti, aumentando la tua disponibilità, gentilezza, onestà, sincerità farai del bene agli altri, ma soprattutto a te,  al tuo stato d’animo, alla tua autostima.

Fare soldi

Questo libro ti insegna a dare il giusto valore ai soldi ma soprattutto a rivalutare il tempo per te stesso, per i tuoi cari, per i tuoi amici.

Noia e stimoli

Quale è il segreto per ridurre la noia e accrescere gli stimoli? Leggi il libro e scoprirai come riflettendo in una prospettiva più ampia e ponendoti domande sullo scopo ultimo del tuo lavoro puoi ottenere questo risultato, senza scordare che puoi trarre soddisfazione e appagamento anche da fonti diverse dal lavoro.

Lavoro, carriera e vocazione

L’atteggiamento verso il lavoro può essere fonte di delusioni e insoddisfazioni o può trasformare la tua attività nella tua vocazione. Come? Ecco alcuni consigli che trovi nel libro: cogli il significato più ampio della tua attività, riconosci l’effetto positivo del tuo lavoro sugli altri, pensa a come contribuisci con la tua attività al benessere della gente.

Autocomprensione

Il libro ti spiega come una scarsa consapevolezza di sé rappresenti un pericolo e un ostacolo alla tua felicità. L’autocomprensione aiuta a resistere alla critiche e a non dipendere eccessivamente dall’approvazione altrui.

Lavoro e identità

Chi perde il lavoro spesso perde la propria identità. Come si fa a sfuggire da questo pericolo? Il libro ti insegna a convivere con l’incertezza della realtà lavorativa di oggi e ad assumere un atteggiamento positivo, concentrandosi sulle opportunità e sulle sfide. Occorre espandere la propria immagine per non confinarla all’attività lavorativa.

Il giusto sostentamento

Il principio del giusto sostentamento afferma che non è opportuno prendere parte a un’attività che sia potenzialmente dannosa per gli altri. Se puoi, servi gli altri, se non puoi, perlomeno astieniti dal fare loro del male. Riflettere sul contributo positivo del tuo lavoro serve a infondere entusiasmo per ciò fai. Ama il tuo lavoro e integralo con le tue passioni, vocazioni, valori. Questo capitolo del libro ti spiega come.

Felicità sul lavoro

Quale è il contributo del lavoro alla felicita? Il lavoro rende felici se in qualche modo contribuisce alla felicita ed è d’aiuto agli altri. Si è felici e si ricava felicità dal lavoro tanto più si riconosce e si attribuisce densità di significato e produttività al lavoro. Ma la felicità non la si raggiunge solo tramite il lavoro. Personalità, interessi, disposizione, contesto sociale influenzano la capacità del lavoro di fornire soddisfazione. Maggiore è la capacità di riconoscere le opportunità nelle difficoltà e trovare soddisfazione nelle sfide, maggiore è la soddisfazione che si trae dal lavoro. Tutti gli aspetti della vita sono collegati tra loro, i vari fattori, valori, atteggiamenti, lo stato emotivo possono egualmente contribuire. da una parte. al senso di appagamento sul lavoro, dall’altra. alla soddisfazione e alla felicità nella vita.

Più riduciamo la distanza fra chi siamo e cosa facciamo e più il nostro lavoro sembrerà facile e ci renderà felici.

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Imparare l’ottimismo – Martin E. P. Seligman

Imparare l'Ottimismo
Imparare l’Ottimismo
Come cambiare la vita cambiando il pensiero – Nuova Edizione
Martin Seligman
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Quale è la differenza fra in ottimista e un pessimista? Di fronte ad un evento negativo l’ottimista pensa che l’evento sia passeggero, che abbia conseguenze limitate ad un ristretto ambito e che lui non abbia responsabilità. Il pessimista al contrario penserà che l’evento si perpetui nel tempo, avrà conseguenze che pervaderanno tutti gli ambiti della sua vita e che sia conseguenza di sue colpe.

Di conseguenza, l’ottimista non si arrende facilmente, il pessimista sì. Ed entrambi alla fine …. avranno ragione!

Il grado di ottimismo ha riflessi sulla tendenza a soffrire di depressione, sulle probabilità di raggiungere successo, anche sulla salute.

Ma da cosa deriva la tendenza all’ottimismo (o al pessimismo) degli individui?

Un fattore importante è l’impotenza appresa. Se vivo un’esperienza in cui non ho il controllo di ciò che mi accade in situazioni analoghe non tenterò di uscirne anche se ce ne fosse la possibilità. L’esperienza precedente condiziona le esperienze future. In prove sperimentali questo avveniva in circa due casi su tre.  Ma questo apriva la strada a nuove domande. Cosa determinava il comportamento virtuoso di chi non si arrendeva pur in presenza di esperienze precedenti di impotenza? La risposta sta nelle spiegazione che il soggetto si dà degli eventi. Se penso che gli eventi siano persistenti, pervasivi e soggettivi non mi darò alcuna speranza di poterli cambiare, se penso che siano temporanei, di portata limitata e indipendenti dalla mia persona, penserò di poter cambiare la situazione.

Il testo contiene i test utilizzati scientificamente per misurare l’ottimismo degli adulti e dei bambini. I test sono diversi sia per essere più comprensibili ai bambini sia perché i bambini sono tendenzialmente più ottimisti degli adulti.

E’ presente anche un test della depressione: l’ultimi stadio del pessimismo.

Le teorie di Seligman sono alla base del cognitivismo che fonda sia la diagnosi che la terapia su ciò che le persone pensano rispetto agli eventi: come pensi, così stai. Ristrutturando i pensieri si impara ad essere ottimisti.

La ristrutturazione avviene in cinque passaggi divisi in due fasi. 

Prima fase ABC.

Adeversity: descrivere oggettivamente, senza valutazioni e giudizi, l’avversità, l’evento, l’interferenza, la causa.

Believes: descrivere i pensieri (o credenze, non i sentimenti) relative alle cause. Quali pensieri scattano in risposta all’evento?

 Consequences: descrivere i sentimenti e le azioni che sono scaturiti.

A questo punto individua le connessioni fra eventi, credenze e conseguenze. Scoprirai che i pensieri pessimistici generano passività e quelli ottimistici energia e spinta all’azione.

Quando raggiungi la consapevolezza di avere pensieri sono pessimistici puoi combatterli con la tecnica della distrazione: distogliere l’attenzione con gesti e azioni che rompono, interrompono ed evitano lo schema automatico di pensiero. Per avere effetti più duraturi occorre mettere in pista la tecnica della discussione:  trovare le tutte argomentazioni che intaccano e mettono in discussione la credenza, sospendendo il giudizio o prendendo le distanze, cercando i riferimenti contrari. Quali sono le prove contrarie e le spiegazioni alternative? Quale è fra le tante spiegazioni plausibili la più produttiva e utile per me?  Quale ha le implicazioni più utili e positive?

Qui si passa alla seconda fase: DE

Discussion: mettere in discussione le credenze, i propri pensieri, presenta prove contrarie, seleziona le alternative più produttive.

Energization: porre attenzione alla sensazione di energia e sfruttarla efficacemente per reagire e pensare a ciò che puoi fare per cambiare la situazione.

Le emozioni e le azioni non discendono direttamente dalle avversità, ma piuttosto da ciò che si crede riguardo ad esse. Mettendole in discussione si libera energia per cambiare le emozioni e agire efficacemente.

Seligman affronta e approfondisce i riflessi dell’ottimismo nell’ambiente di lavoro e nei risultati professionali, nell’educazione dei bambini, nella scuola, nello sport, nei confronti della salute, nella politica, nella religione e nella cultura.

Approfondimenti sono dedicati a come aiutare i proprio figli a evitare il pessimismo, a diffondere l’ottimismo nelle aziende e nelle organizzazioni.

Imparare l'Ottimismo
Imparare l’Ottimismo
Come cambiare la vita cambiando il pensiero – Nuova Edizione
Martin Seligman
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